SATURNIA-Muzak

La Elektrohasch di Stefan Koglek si butta sullo space rock e ci propone “Muzak” dei portoghesi Saturnia, affascinante progetto che gravita intorno alla figura carismatica di Luis Simões (autentico mattatore che si divide tra voce, chitarre, basso, batteria, flauto, hammond, synth ed effetti vari). Insieme a lui operano Francisco Rebelo (piano elettrico, organo, synth) e in veste di ospiti João Alves (chitarra acustica) e Flapi Simões (flauto). Tuttavia per comprendere in pieno come suona questo disco basta notare la presenza di due guest d’eccezione: nella luminosa, obliqua “Organza” il flauto è suonato dal mito Nik Turner (stay high!), nel lungo trip esotico di “Syrian” le parole che sentite sono evocate dal maestro del mondo Gong Daevid Allen.
Il materiale presente sul cd è stato scritto tra il 2003 e il 2005, d’altronde i Saturnia (fusione tra il pianeta Saturno, la farfalla Saturnia e i Saturnialia, riti di cambiamento, esaltazione della libertà assoluta) nascono nel 1996 e hanno alle spalle tre dischi (l’esordio omonimo del ‘99, “The glitter” del 2001 e “Hydrophonic gardening” del 2003). Evidente quanta esperienza, fantasia e naturalezza ci sia in queste composizioni, capaci di contaminare lo space con il prog e l’avanguardia, la psichedelia con nuove sonorità electro trance. Una ricerca anche spirituale, che aleggia prepotente durante l’ascolto.
“Mindrama”, “Aqua” e “Nipple” echeggiano i primi Pink Floyd imbevendoli di fitte trame romantiche, progressioni cosmiche e languide melodie; “Kite” dipinge passaggi acustici ed eterei, con una vena elegiaca che riporta addirittura a certe musiche da film firmate Ennio Morricone; “Infinite chord” è una splendida cavalcata interplanetaria, una invocazione alle divinità che regolano la vita e il caso. Dove però Luis osa di più è in “Analepsis” e “Utterly luminescent”, magiche divagazioni tra psichedelia classica, kraut, progressive ed elettronica. Mentre nel caso di “Hedge maze” le ritmiche si animano e vocals sussurrate preludono ad un viaggio nei meandri della nostra mente. Un disco davvero entusiasmante “Muzak”, avventura sonora che ci trasporta in un mondo dorato. Nella definizione del suo stesso autore, è questa la psichedelia per il ventunesimo secolo.


Perkele.it 06/04/2007Alessandro Zoppo